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giovedì 7 aprile 2016

UNA BELLA HISTORIA DE AMOR





In un’atmosfera densa, calda, ma frizzante per l’attesa, nel teatro comunale di Palma Campania, lo scorso 23 giugno, alla presenza di un folto pubblico, il Liceo Rosmini, ancora una volta, ha voluto dare prova della sua presenza sul territorio con la rappresentazione di un lavoro teatrale, ideato, scritto e curato dalle professoresse Maria Teresa Peluso e Michela Buonagura, interpretato dagli allievi provenienti da tutti i corsi dello stesso liceo. Il filo conduttore di questo lavoro inedito, come sempre, è una ricerca che parte da un dialogo tra il passato, il periodo aragonese a Napoli, ed il presente con tutta la precarietà della sua crisi. Per questo il passato è illuminato dai riflettori della scena principale, mentre il presente con i suoi personaggi, i giovani dei nostri tempi, è nella sala tra il pubblico in penombra. Il presente, dunque, guarda, ascolta il passato per ricercare risposte alle proprie difficoltà. Durante questo dialogo spicca per la leggiadria della sua trama, anche una bellissima storia d’amore, quasi dimenticata, quella tra il re Alfonso d’Aragona e Lucrezia d’Alagno, diafana madonna del dolce stil novo, oppure passionale guerriera romantica per alcuni o addirittura fredda calcolatrice per altri autori. Nel racconto di questa storia le autrici si rifanno alla versione proposta da Benedetto Croce a cui aggiungono un pizzico di fantasia quando immaginano i due amanti alla testa di un corteo di nobili, in viaggio per trascorrere alcuni giorni di svago nel nostro paese, nello storico palazzo aragonese del cui antico splendore è rimasto ben poco, dove il re amava soggiornare dedicandosi allo sport da lui più amato, la caccia col falcone, nella piana di Palma sede un tempo di ameni boschi. Tutta la scena si svolge nell’androne del palazzo dove il popolo palmese aspetta l’arrivo dell’amato re, è da questo androne dunque che il passato si presenta al pubblico del presente. Ancora qui Lucrezia ed il re raccontano la loro storia d’amore, il loro primo incontro, avvenuto il 23 giugno di sei secoli fa, il giorno della vigilia di san Giovanni, durante la festa della Perdonanza, quando la giovane, con la storica frase, avvinse a sé l’anziano re. Ancora da questo androne il passato dialoga con i giovani del presente e li esorta all’amore per la propria terra e a coltivare con esso il sogno di un riscatto sicuro, ma il momento più esaltante è il quadro finale quando un giovane di oggi entra sulla scena ancora calda cementando così la fusione tra passato e presente; infine il passato offre uno sbocco ai giovani per non cedere ai trucchi del potere, l’unico possibile, la cultura, che ancora una volta salverà l’umanità da se stessa.
Un ringraziamento a Costantino Lombardo per i costumi e la scenografia e all’ins. Maria Teresa Romano per la regia.


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