Giornata
Internazionale della Donna
SONO
DONNA E SONO PRIMA
Il
lungo e faticoso cammino dell’emancipazione femminile è un debito che abbiamo
contratto con le donne che hanno fatto la storia con la maiuscola, le donne che
per prime hanno raggiunto un traguardo, aprendo la strada alle altre, spesso
emarginate, perché troppo in anticipo per i tempi.
Doveroso
l’omaggio a queste donne, che con il
loro coraggio hanno segnato una nuova strada, nel sociale e nel pubblico.
Non
facile la scelta, tanti i nomi rilevanti, per cui è stato necessario restringere
il campo. Abbiamo, quindi, deciso di dare voce alla prima donna della storia,
Eva, la fattrice dell’umanità, e a donne italiane di ieri e di oggi, attraverso
dei monologhi originali, una tipologia che abbiamo già proposta lo scorso 8
marzo, ricordando le donne celebri di Palma Campania, e il 25 novembre per le
vittime di femminicidio.
Nei
monologhi, puntando sul coraggio del cammino intrapreso contro i pregiudizi
e il conformismo, ripercorriamo la
vicenda esistenziale di: Annamaria Mozzoni, femminista dell’Ottocento, Franca
Viola, la siciliana che disse no alla paciata, Oriana Fallaci, prima donna
corrispondente di guerra, Samantha
Cristoforetti, prima astronauta italiana, Fabiola Gianotti, prima donna
direttore del Cern di Ginevra. A conclusione, prenderà la parola una donna del
popolo, a ricordare tutte le donne senza
nome che hanno fatto e subìto la storia.
Questi
nomi, certamente, non esauriscono il campo, ma simboleggiano la lotta che, da
sempre, ha dovuto sostenere la donna per farsi strada nel quotidiano e in attività
che erano predominio esclusivo degli uomini.
Molte
cose sono cambiate, ma ancora molto resta da fare.
Una parte degli allievi, docenti e ATA dell'I.S.I.S. "A. Rosmini" di Palma Campania.
Alcuni lavori dei
ragazzi.
Le ragazze allestiscono il palco.
Ognuna ha portato un nastro, dei petali colorati a simboleggiare i tanti aspetti della femminilità, della potenzialità dell’essere donna.
Non abbiamo bisogno di molto per la coreografia,
solo la fantasia dei giovani.
Il pubblico in sala è numeroso, attento e
partecipe.
Molte donne, ma anche uomini, di ogni fascia d’età, perché un’effettiva
parità dei generi non può che migliorare entrambi.
Intervento dell’Assessore alla cultura Elvira
Franzese.
La regista, Gabriela Maiello, presenta lo
spettacolo.
Sono Eva, la nata dalla costola dell’uomo.Ricordiamo le conquiste e affermiamo che ancora tanto resta da fare.
Io la prima, la partoriente.Da questo ventre siete nati tutti voi.Io la prima, la maledetta, la disubbidiente, io che ho ceduto al serpente.
“ Che fa la penna in mano ad una donna se non serve alla sua causa, come a quella di tutti gli oppressi?”Questo ho sempre creduto io, Anna Maria Mozzoni, pioniera del femminismo in Italia, giornalista e attivista dei diritti civili.Un impegno costante della vita di ogni donna colta deve essere la lotta per l’affermazione dei suoi diritti.
Avevo 17 anni e 11 mesi. Erano le nove del 26 dicembre del 1965, cinquant’anni fa. Entrarono in casa come una furia. Il boss Melodia con dodici uomini armati. Nell’istante in cui l’ho visto entrare con le armi, ho saputo che non l’avrei sposato. Mai. Con la violenza mai.Franca Viola.
Sono qua in mezzo a voi questa serata, molto orgogliosa di questo invito, tra tante anche io, Oriana Fallaci, la Cassandra dell’informazione, donna e prima e fiera di esserlo. Non ho mai cercato proseliti, e chi mi conosce sa bene che ho sentito sempre il dovere di gridare la mia verità, non importa se poi finivo lapidata dalle ingiurie.
L’artista Antonietta Sorrentino, canta mirabilmente “Quello che le donne non dicono” e “Femmene ‘e mare”.
“La fisica è un campo dominato dagli uomini e si presume che una donna debba superare ostacoli e pregiudizi”; io ho superato facilmente questi che ritengo risibili ostacoli perché lavorare con tanta gente di tutto il mondo è estremamente stimolante. Sono Fabiola Gianotti, e mi ritengo una donna fortunata, perché sono riuscita ad emergere in una disciplina, la fisica, che si è costruita nei secoli secondo un modello di fatto maschile, in cui l’accesso delle donne e del femminile era precluso per definizione.
Sono Samantha Cristoforetti, l’essere una donna non mi ha mai chiuso alcuna porta, e sono grata di vivere in una società avanzata culturalmente e socialmente, a differenza di altre donne che hanno fatto la storia battendosi per i propri diritti in una società chiusa e arretrata.
Schiarava
appena juorno e io, cu’ e cumpagne mie, jeva a faticà, lassanno ‘o ninno dinto
‘o lietto, tiepido e bagnato, ‘o ninno mio, ‘o piccirillo, mentre mariteme dormeva
ancora, pecchè ‘e sacrifici di una donna songo più amari.
Ci
aspettava la fabbrica rumorosa, polverosa, e ‘e mane d’o caporale da tenere a
bada, peggio d’e tentacoli ‘e ‘nu purpo, e che nu' faceva specie tra chi era
spusate e chi zitella.
I saluti finali, le attrici, le
autrici, la regista, le rappresentanti delle associazioni.
Una
bella esperienza.
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