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giovedì 17 marzo 2016

VOLTIAMO PAGINA I ROSMINIANI INCONTRANO LO SCRITTORE PAOLO CHIARIELLO




Giovedì, 17 marzo, si è conclusa la rassegna “Un libro sotto l’albero”, promossa dall'Assessora alla Cultura Elvira Franzese, con Monnezza di Stato. Le Terre dei fuochi nell’Italia dei veleni. Presenti uno degli autori, Paolo Chiariello, caporedattore Sky Tg24 e Ivo Poggiani, attivista dell’associazione (R)esistenza Anticamorra.
L’ultima tappa del percorso ha visto protagonisti gli studenti dell’I.S.I.S. “A. Rosmini”, che da sempre promuove l’educazione alla legalità e alla salute.
Il dibattito, moderato da Angelo Martino, si è svolto all’insegna di un grande interesse da parte degli studenti su un argomento che tocca tutti, la distruzione della Campania infelix, martoriata e violata dai rifiuti tossici provenienti dal Nord e smaltiti dal clan dei Casalesi con la complicità delle istituzioni. Questa la ragione del titolo, in cui il termine “monnezza” sta e per aggettivo e per sostantivo, dato che “lo Stato ha avuto comportamenti non diversi da quelli del clan del casalesi o di altri mafiosi”, ha dichiarato Chiariello, sottolineando il patto scellerato siglato tra questi rapaci, che fa “parlare non di camorra, ma di camorre”, ha aggiunto Ivo Poggiani, perché colpevoli dello scempio sono i camorristi storici e i “camorristi con la cravatta”. I danni sono drammatici, lo provano i dati scientifici. L’analisi sui decessi per neoplasie, il nesso di causalità tra questi e il disastro ambientale sono un dato accertato. “Nelle Terre dei fuochi si registra un aumento dei tumori superiore a quello di altri territori. Le sostanze interrate sono così cancerogene che possono mutare anche il DNA” ha dichiarato, in diretta Skype, il coautore prof. Antonio Giordano, famoso oncologo, direttore e fondatore dello Sbarro Institute for cancer Research and molecular medicine presso la Temple University di Philadelphia, e professore ordinario di Anatomia e istologia Patologica presso l’Università degli Studi di Siena. Il mortifero legame rifiuti-salute era già stato segnalato nel 2004 dal ricercatore di Fisiologia Clinica del Cnr Alfredo Mazza nella rivista Lancet, anche se si trattava di un esame epidemiologico parziale sulla mortalità nel triangolo della morte, l’area compresa tra Nola, Marigliano ed Acerra, ma non si era preso alcun provvedimento. Neanche ora.
 “Fino a qualche tempo fa dominava un’informazione che tendeva a mettere la sordina alla verità, ma grazie a tanti giovani, a esponenti della Chiesa, alle tante mamme che davanti ai cortei di protesta espongono le foto dei loro morti, il problema è stato portato in piazza”, rimarca Chiariello.
Al giornalista i nostri giovani hanno posto domande che investivano anche  la sfera emotiva in un crescendo di entusiasmo che ha condotto ad argomentazioni interessanti. C’era la voglia di sapere, di capire, la richiesta di risposte sul futuro possibile, l’atteggiamento critico di chi chiede soluzioni a un genocidio che deve essere fermato.
La speranza che possiamo riprenderci il futuro è nei giovani della (R)esistenza Anticamorra, che hanno lottato non solo contro la camorra ma, per assurdo, contro lo Stato, che voleva fare di un terreno fertilissimo una discarica. Ora questi giovani coltivano il primo terreno agricolo confiscato alla Camorra in Campania, trasformato nella cooperativa sociale “Fondo Amato Lamberti Selva Lacandona di Chiaiano”, dove producono falanghina DOC, ed educano cittadini di ogni età a prendersi cura del proprio territorio.
Il futuro è nella denuncia e nell’impegno sociale di tutti, nel coraggio di agire e pretendere la bonifica della nostra Terra.

Michela Buonagura

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