«La mia
fanciullezza fu libera e gagliarda. Risuscitarla nel ricordo, farla
riscintillare dinanzi alla mia coscienza, è un vano sforzo. Rivedo la bambina
ch'io ero a sei, a dieci anni, ma come se l'avessi sognata. Un sogno bello, che
il menomo richiamo della realtà presente può far dileguare. Una musica,
fors'anche: un'armonia delicata e vibrante, e una luce che l'avvolge, e la
gioia ancora grande nel ricordo.»
L'incipit di "Una donna" - Sibilla Aleramo
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