In occasione della decima edizione di Un libro sotto l’albero, la rassegna culturale inaugurata e portata avanti dalla Vicesindaco dott.ssa Elvira Franzese, con la direzione dello scrittore Luigi Romolo Carrino, ho avuto il piacere di presentare Patrizia Rinaldi, e il suo ultimo lavoro, I disobbedienti del mondo nuovo.
Patrizia Rinaldi è laureata in Filosofia, vive
e lavora a Napoli, dove da anni è impegnata nella formazione dei giovani
attraverso laboratori di lettura e scrittura, in particolare nei quartieri più
difficili, dove il suo impegno si intreccia con quello delle Associazioni Onlus
che lavorano con i ragazzi “a rischio”. Ma la sua attività di scrittrice non si
ferma qui: da anni, infatti, è anche parte del gruppo di autori che conducono
il laboratorio di scrittura nell’Istituto Penale Minorile di Nisida, dove la
sua passione per la letteratura diventa uno strumento di riscatto e di crescita
per chi vive in situazioni di marginalità.
Patrizia è un’autrice pluripremiata: tra i suoi
riconoscimenti più importanti c’è il Premio
Andersen come Miglior Scrittore, il maggiore premio italiano
per la letteratura per ragazzi.
I suoi libri sono stati pubblicati da alcune
delle case editrici più prestigiose, tra cui Rizzoli, Edizioni E/O, Giunti,
Lapis e Sinnos, e sono tradotti in numerose lingue, tra cui tedesco, ungherese,
inglese, serbo e spagnolo.
Tra le sue opere di maggiore successo,
ricordiamo i romanzi che hanno per protagonista Blanca, una poliziotta ipovedente. Dalle
pagine di Blanca è stata una serie televisiva che ha riscosso un grande
successo, sia su Rai 1 che su Netflix, e che ha portato la scrittura di
Patrizia Rinaldi a un pubblico ancora più ampio.
La sua scrittura, che riesce a toccare temi
profondi e universali, ha conquistato lettori di tutte le età, ma è soprattutto
nel genere della letteratura per ragazzi che ha trovato la sua più grande
espressione.
I disobbedienti del mondo nuovo. Un’opera che racconta
una storia mozzafiato, offrendo anche una riflessione profonda sul presente.
Ambientato in un futuro distopico dominato da
un’oligarchia di tiranni, questo romanzo ci immerge in una società dove l’isolamento
è imposto come norma, cancellando ogni forma di connessione umana. In questo
scenario, quattro giovani, segnati dalle cicatrici di un mondo che ha perso la
sua umanità, si ribellano all'oppressione. Troveranno la forza di disobbedire e
di intraprendere un viaggio in cerca di libertà, sfidando il sistema che li
tiene prigionieri.
La
solitudine è la condanna, la convivenza sociale un ricordo distante. I giovani
vivono rinchiusi nelle loro stanze, simili a Hikikomori, seguendo le rigide
regole imposte dal regime. Ma nonostante l'oscurità che li circonda, questi
ragazzi coltivano la speranza e riscoprono la forza della solidarietà e del
coraggio. Il loro viaggio, impossibile ma necessario, diventa l’unica via per
non perdere la propria umanità.
Con
la scrittrice hanno dialogato gli studenti delle scuole A. De Curtis e Vincenzo
Russo.
Questo
romanzo ci spinge a riflettere sul valore dell’umanità, sull’importanza della
connessione e sul coraggio di cambiare il mondo, anche quando sembra che tutto
sia fermo.
La
scrittrice, con il suo stile coinvolgente, ci trascina in un’avventura carica
di tensione, dove si affrontano temi cruciali come la libertà, il corpo, la
resistenza, la diversità e la bellezza della vita. Tematiche che risuonano
particolarmente oggi, quando le giovani generazioni si trovano sempre più
spesso a lottare contro un senso di disconnessione e solitudine alimentato
dalle tecnologie e dalla società.
Patrizia, che da anni lavora a stretto contatto
con i giovani e con chi vive in situazioni di difficoltà, ha saputo dar vita a
una storia che non è solo un romanzo di formazione, ma anche una riflessione
forte e necessaria sul nostro presente. La sua esperienza nei contesti più
difficili, con ragazzi che vivono realtà di marginalità, emerge con forza nel
suo scritto, facendoci riflettere sull'importanza di non arrendersi mai, di
cercare sempre la luce, anche nei luoghi più oscuri.
Michela Buonagura