Giancarlo è un prof "al di fuori del comune", se proprio i prof debbano rispondere ad un'immagine standard.
I
ragazzi lo ascoltano affascinati. Indubbiamente, ci sa fare, sembra anche lui
un ragazzo, con qualche espressione dialettale buttata qua e là per catturare i
loro sorrisi.
Sorridono,
ma non sono ingenui, il libro lo hanno letto, chiedono, vogliono sapere se le
storie che ha raccontato sono vere, se i giovani di cui parla, che hanno più o
meno la loro età, sono reali o frutto della fantasia dello scrittore.
E
Giancarlo risponde alle loro curiosità.
Incuriosisce anche me, questo collega così giovane da sembrare uno studente.
Mi ritrovo nella sua idea di fare scuola, anch'io ci provo, ma con tante difficoltà.
-
Tu, Giancarlo, ne hai incontrate?-
Domanda
retorica la mia, ovvia la risposta.
E
la felicità prof.? Ci pensano i prof. alla nostra felicità?
"Noi
studenti abbiamo bisogno di attenzione, di rispetto, di ritornare a una scuola
in cui si possano trovare tante persone capaci di ascoltarci, di dedicarsi a
noi, di farci piangere e ridere. Insomma, di farci stare bene". (p. 23)
Vi
ascoltiamo ragazzi e vogliamo la vostra felicità, almeno alcuni di noi la
vogliono, per altri, per pochi credo, siete alunni da giudicare in base alle
conoscenze richieste dai programmi.
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