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La scrittura è uno strumento di conoscenza.
Fa luce dentro di te e rende chiaro qualcosa che prima era oscuro.

mercoledì 30 luglio 2014

L'ANIMA





Nella credenza antica, la farfalla costituisce uno dei simboli più frequentemente usati per rappresentare l'a­nima, tanto che la lingua greca designa direttamente quest'insetto col nome di psyché, che significa appunto «anima»: in greco l'anima e la farfalla portano lo stesso nome. 
La farfalla simboleggia l'anima scissa dal corpo dopo la morte, come in questo ironico epigramma sepolcrale latino (Carmina Latina Epigraphica 2, 1851): 
heredibus mando etiam cinere ut me[ra vina ferant] volitet meus ebrius papilio 
(«Ai miei eredi ingiungo anche che versino vino puro sulle mie ceneri, affinché la mia anima/farfalla svolazzi ubriaca»). 
Ma l'anima/farfalla si stabilizza anche nell'iconografia relativa al mito di Promèteo, creatore dell'uomo, dove essa rappresenta l'anima che sta per essere infusa in un corpo ancora inanimato: è così che vediamo rappresen­tata questa scena mitologica in numerosi sarcofaghi romani.
La farfalla ha un ciclo vitale di 4 stadi principali di sviluppo: uovo, bruco, pupa e adulto. Ogni stadio è il superamento del precedente e prevede l’abbandono del vecchio involucro.
Il destino di un bruco, il progetto che la natura ha per lui, è di evolvere in farfalla. Un bruco che non giungesse allo stadio di farfalla non avrebbe realizzato le possibilità insite nella sua natura.
Così l’uomo che non si realizzi nell’Anima-Sé attraverso l’evoluzione della sua Coscienza, non avrà completato ciò che la Natura prevede nel suo piano di Creazione.

(liberamente tratto dal web)


lunedì 28 luglio 2014

CHI FERMA I CECCHINI?




E i colpi dei cecchini
fischiano sempre nello stesso cielo.
Straziano le schegge di dolore.

E degli inutili orrori
mi assalgono atroci apparizioni
di piccole braccia stecchite
sulla strada polverosa.

M’avvolge un funebre
profumo d’incenso
marcio odore di putrefazione.

Cigola
il gemito furioso del mio cuore.
Impossibile il canto
(col vomito alla gola).

Ancora il sole (impazzito!)
piroetta i suoi raggi
in questo mondo
vedovo d’amore.


Michela Buonagura
dalla raccolta - Mi fa male il mondo -


V CLASSIFICATA AL 2° EVENTO LETTERARIO SCRIVIAMO
Con il Patrocinio
del Comune di Alatri.
Assessorato alla Cultura
e Provincia di Frosinone

giovedì 24 luglio 2014

TUTTI PARLANO DI FRIEDRICH NIETZSCHE

 

Tutti parlano, tutto viene dilaniato dalle parole; e quanto oggi ancora sembra troppo duro per le zanne del tempo, domani, escoriato e scorticato, penderà da mille fauci.
Tutti parlano, tutto passa inascoltato; quand'anche uno annunci la propria saggezza con un concerto di campane, i bottegai ne copriranno il suono col tintinnio dei loro spiccioli.
Tutti parlano, nessuno che voglia ascoltare. Tutte le acque si precipitano scroscianti al mare, ma il ruscello sente solo il proprio scroscio.
Tutti parlano, nessuno che voglia capire. Tutto finisce in fumo, nulla che vada a finire in una sorgente profonda. [...]
Tutti parlano, nulla riesce bene, tutti a fare coccodè, ma nessuno che voglia deporre un uovo.
O fratelli miei! Perché non imparate da me il silenzio! E la solitudine!
Tutti parlano, nessuno che sappia dire. Tutti corrono, nessuno più che impari a camminare.
Tutti parlano, nessuno mi sente cantare: Oh, che riusciate a imparare il silenzio da me!


Friedrich Nietzsche "Frammenti Postumi" - autunno 1883

mercoledì 23 luglio 2014

LA POESIA È IL SALVAGENTE CUI MI AGGRAPPO


La poesia è il salvagente
cui mi aggrappo
quando tutto sembra svanire.
Quando il mio cuore gronda
per lo strazio delle parole che feriscono,
dei silenzi che trascinano verso il precipizio.
Quando sono diventato così impenetrabile
che neanche l’aria
riesce a passare 

Kahlil Gibran