Madre devi dirmelo che non sono un bambino guasto,
rotto, una cosa brutta, una cosa cattiva. Dimmelo una volta, una notte, un anno
in un sogno, un anno in un letto, mentre mi vieni in mente in un giorno
qualunque, in un parco, in una casa nel parco dell’ospedale, davanti ad
Allocca, insieme all’infermiera Anna e io seduto sulla panchina davanti alla
quercia, mentre vivo l’infanzia dei suoi rami appena nati, vedo che arrivi
all’improvviso e me lo dici tutto il bene ca ‘ e voluto a mme, dimmelo Madre, e
io te lo giuro, Gesù Giuseppe Maria, ti giuro che io stavolta ci crederò.
Quando fu presentato, nel 2013, ero tra i relatori.
Prima del mio breve intervento, mi fermai alla scorza del libro, alla copertina, perchè la copertina di un libro è importante, è la prima cosa del libro che vediamo.
Il pensiero andò a quelle scarpe slacciate e insanguinate che simboleggiavano perdita, abbandono e tanto altro...
Mi piace ricordare oggi Esercizi sulla madre di Luigi Romolo Carrino, un romanzo complesso in cui gli esercizi sono una recherche della memoria e delle forme.
Ci hanno talmente inculcato l'idea della madre volta al sacrificio che rifiutiamo tutte le altre forme.
Bisogna fare gli esercizi per andare oltre gli stereotipi, per vedere le tante forme delle mamme, che non sono solo mamme, ma donne.
Ne consiglio la lettura a chi non l'ha ancora letto.
Carrino ritorna ancora sull'archetipo della madre nel suo ultimo lavoro, La buona legge di Mariasole, donna e madre, una madre davvero speciale.
Ne consiglio la lettura.
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