« Io credo che la grammatica sia una via d’accesso alla
bellezza. Quando parliamo, quando leggiamo o quando scriviamo, ci rendiamo
conto se abbiamo scritto o stiamo leggendo una bella frase. Siamo capaci di
riconoscere una bella espressione o uno stile elegante. Ma quando si fa
grammatica, si accede a un’altra dimensione della bellezza della lingua. Fare
grammatica serve a sezionarla, guardare com’è fatta, vederla nuda, in un certo
senso. Ed è una cosa meravigliosa, perché pensiamo: “Ma guarda un po’ che roba,
guarda un po’ com’è fatta bene!”, “Quanto è solida, ingegnosa, acuta!”. »
L’eleganza del riccio, di Muriel Barbery
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