Il titolo della raccolta non poteva essere
più esplicito. Inquinamento? No, grazie! Una posizione netta su tutto ciò che
danneggia la natura e, di conseguenza, l’essere umano. Per farci riflettere sul
nostro rapporto con l’ambiente e risvegliare le coscienze sul problema, lo scrittore
utilizza il racconto quale veicolo di un
messaggio salvifico. La finalità richiama il racconto orale mitico, attraverso
cui i nostri avi si tramandavano conoscenze indispensabili per l’esistenza
collettiva presente e futura, per metterci in guardia dagli errori commessi
dall’umanità.
Particolarmente interessanti si rivelano i
miti che riguardano il rapporto tra l’uomo e la conoscenza.
Eva coglie la mela e viene punita. Prometeo
viene condannato ad un eterno supplizio per aver rubato il fuoco agli dei.
Icaro si brucia le ali perché vuole raggiungere il sole.
Viene punito chi eccede, chi pecca di
hybris, di tracotanza.
Questi miti non ci dicono di non conoscere.
Ci dicono che le scoperte scientifiche nascondono, spesso, il pericolo. E non
possiamo negare che molte scoperte hanno portato gravi danni all’uomo, danni
talmente gravi da mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza.
Pensiamo ai danni recati all’ambiente e, di
conseguenza, a noi.
Ai rifiuti tossici sversati nelle
discariche, alle falde acquifere inquinate. Solo per fare un esempio, perché il
discorso è complesso, pensiamo che gli idrocarburi per lungo tempo
sono stati riversati in mare dai lavaggi delle raffinerie prima che la legge
intervenisse.
Ma ancora oggi vengono scaricati
abusivamente dalle navi cisterna che trasportano il greggio, quando lavano i
contenitori. Nella Baia di Napoli sono stati rilevati idrocarburi
cancerogeni. Gli idrocarburi cancerogeni percorrono tutta la Catena Alimentare
sino ad accumularsi nei tessuti dei pesci commestibili rappresentando un grave
pericolo per l’uomo. Noi continuiamo a mangiare il pesce che proviene dai
nostri mari. Non ci scandalizziamo neanche più di fronte ai disastri ambientali
delle maree nere, ci siamo abituati.
Incidenti li chiamano.
Incidenti che stanno decretando la fine di
flora e fauna.
Incidenti presto dimenticati.
E poco fa il disastro di Fukushima.
Quello è ancora ben fisso nella nostra
mente perché è il nostro passato prossimo.
Ma non avevamo già messo nel dimenticatoio
il disastro di Chernobyl?
Anche questi incidenti.
Come ci costano cari questi incidenti.
Le conseguenze durano a lungo. Per lunghi
anni.
Gli impatti sulla popolazione locale
continuano a persistere per decenni a Chernobyl,(1986) a 25 anni di
distanza, si continuano ad avere nuove vittime. Uno studio di scienziati
pubblicato da Greenpeace, stima che si potranno raggiungere 100 mila vittime.
Cito Chernobyl perché il disastro della
centrale giapponese è recente, e come dicevo prima, le conseguenze sono a lungo
termine. E questi non sono gli unici disastri di centrali nucleari. Ce ne sono
stati diversi, meno noti, in Svezia, in Giappone. Vari, fino a quello più grave
e recente.
Qualcuno dice che le centrali di ultima
generazione sono sicure.
Cosa c’è di sicuro di fronte ad un’onda
anomala o ad un terremoto, che possono recare danni ad una centrale nucleare
con le conseguenze che tutti sappiamo.
Per quanto riguarda il nostro Paese, non
dimentichiamo, anzi sottolineiamo che il nostro è un territorio a rischio, è un
territorio sismico, e per noi è veramente impossibile la costruzione di
centrali nucleari.
Non se ne dovrebbero costruire in nessun
luogo della terra, tanto è vero che molti stati hanno deciso di rinunciare al
nucleare. In Italia no, perché l’Italia anziché guardare avanti guarda
indietro, ci invitano ad investire su un’energia ormai superata, pericolosa e
antieconomica.
Vi ho parlato di incidenti, di disastri. Pur
volendo credere che non accadono incidenti, non si può negare che il nucleare è
pericoloso sotto ogni punto di vista.
Più
vicino a noi, la centrale nucleare del Garigliano, oggi dismessa, ha provocato
danni infiniti sulla salute, all’ambiente, sull’economia della piana omonima,
basti vedere i risultati delle analisi effettuate nelle quali si rileva la
contaminazione di oltre 1.700 kmq di mare, tra Ischia e il Circeo, un aumento
esponenziale di tumori, leucemie, e malformazioni a piante ed animali nel
territorio circostante la centrale del Garigliano.
Nella
zona del Garigliano dal 1963 ad oggi oltre a veri e propri mostri del regno
animale derivati da mutazioni genetiche, pomodori che non sono pomodori,
pulcini a tre zampe, capre con 2 cervelli, animali senza zampe….
Un
morto su due è legato a malattie tumorali.
Nei
soli paesi limitrofi sono nati fino al 1993 (ultimo anno delle rivelazioni) 230
bambini deformi. Nella provincia circostante si ha il più alto tasso di
mortalità per leucemie 44,28%.
Credo
sia sufficiente.
E
allora perché le vogliono costruire queste centrali?
La
risposta è semplice.
Interessi
economici, gli stessi interessi economici che hanno riempito le strade di
Napoli di monnezza, per farci credere
che abbiamo bisogno di discariche, dove affossare, a nostra insaputa, anche
rifiuti tossici. Ne sappiamo qualcosa.
E
se non hanno saputo o meglio voluto risolvere il problema rifiuti possono mai
risolvere il problema scorie nucleari? Dove le vogliamo depositare queste
scorie nucleari? Dove le vogliamo nascondere?
E
poi vogliamo parlare di vantaggi economici? Nessun vantaggio. Le centrali
nucleari costano parecchio, 8, 9 milioni di euro, per smantellarle ne occorrono
ancora di più. Pensate che noi sulla bolletta per l’energia elettrica stiamo
ancora pagando lo smantellamento delle vecchie centrali.
E
poi una centrale atomica, per funzionare, ha
bisogno della sua brava materia prima, l’uranio, noi l’uranio non ce l’abbiamo se non in pochissime
quantità, la cui estrazione richiederebbe ulteriori spese e rischi.
Lo
dovremmo comprare.
Proprio
un bel risparmio.
E
se lo dobbiamo comprare certamente tutto il discorso di adottare il nucleare
per liberarci dalla dipendenza da paesi stranieri per approvvigionamento di
petrolio viene a cadere.
Ossia
oggi siamo schiavi del petrolio, domani lo saremo dell’uranio?
E’
tutto illogico, è tutto un interesse economico di chi dovrebbe costruire queste
centrali e occuparsi delle relative scorie e del futuro smantellamento. Potenti
società economiche che vogliono continuare ad arricchirsi sulla nostra salute.
Noi
dovremmo sfruttare l’uranio, che non abbiamo, che è così pericoloso, che fa
morire e nel migliore dei casi fa ammalare di tumori vari quando abbiamo il
sole, il vento l’acqua, e possiamo produrre energia pulita.
Energia
sicura.
Investiamo
in questo. Scegliamo la salute, scegliamo la vita.
Il
12 e 13 giugno andiamo a votare per dire Si alla vita. Ricordiamoci ai
referendum dobbiamo dire si, se vogliamo la vita.
Perchè
con i referendum che andremo a votare noi sceglieremo se vivere e lasciare un
mondo vivibile o un mondo dove i nostri figli sono destinati ad ammalarsi e
morire.
Scegliamo
la vita.
Michela Buonagura
6
giugno 2011
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