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La scrittura è uno strumento di conoscenza.
Fa luce dentro di te e rende chiaro qualcosa che prima era oscuro.

martedì 7 giugno 2011

PRESENTAZIONE DEL LIBRO DI KLEM D'AVINO "INQUINAMENTO? NO, GRAZIE!". DIBATTITO SUI QUESITI REFERENDARI.






Klem stasera ci ha regalato dei racconti per farci riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente.
Raccontare è importante … raccontando i nostri avi ci hanno tramandato conoscenze che si sono stratificate nella nostra coscienza collettiva.
Per farlo si sono serviti di racconti un po’ speciali, si sono serviti dei miti, ci hanno raccontato delle storie come si fa con i bambini, ai bambini per farli addormentare … ai grandi per farli svegliare.
E dicono cose importanti queste storie, sono create ad arte per parlare all’uomo del futuro, per tramandare conoscenze, per informarci, ma anche per metterci in guardia dagli errori commessi dall’umanità.
Questa la finalità prima. Non raccontano solo affascinanti storie, ma dal lontano passato inviano messaggi finalizzati a nutrire il nostro spirito, a vivere meglio.
E ci mettono in guardia.
Interessanti sono quelli che riguardano il rapporto tra l’uomo e la conoscenza.
Eva coglie la mela e viene punita. Prometeo viene condannato ad un eterno supplizio per aver rubato il fuoco agli dei. Icaro si brucia le ali perché vuole raggiungere il sole.
Viene punito chi eccede, chi pecca di hybris, di tracotanza.
Questi miti ci mettono in guardia dal pericolo della conoscenza. Non ci dicono di non conoscere.
Ci dicono che le scoperte scientifiche nascondono, spesso, il pericolo.
E non possiamo negare che molte scoperte hanno portato gravi danni all’uomo, danni talmente gravi da mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza.
Pensiamo ai danni recati all’ambiente e ,di conseguenza, a noi.
Ai rifiuti tossici sversati nelle discariche…falde acquifere inquinate, malattie mortali…
Gli idrocarburi per lungo tempo sono stati riversati in mare dai lavaggi delle raffinerie prima che la legge intervenisse.
Ma ancora oggi vengono scaricati abusivamente dalle navi cisterna che trasportano il greggio, quando lavano i contenitori.
Pensate che nella Baia di Napoli sono stati rilevati idrocarburi cancerogeni.
Gli idrocarburi cancerogeni percorrono tutta la Catena Alimentare sino ad accumularsi nei tessuti dei pesci commestibili rappresentando un grave pericolo per l’uomo.
Noi continuiamo a mangiare il pesce che proviene dai nostri mari. Non ci scandalizziamo neanche più di fronte ai disastri ambientali delle maree nere.
Incidenti li chiamano.
Incidenti che stanno decretando la fine di flora e fauna.
Incidenti presto dimenticati.
E poco fa il disastro di Fukushima.
Quello è ancora ben fisso nella nostra mente perché è il nostro passato prossimo.
Ma non avevamo già messo nel dimenticatoio il disastro di Chernobyl?
Anche questi incidenti.
Come ci costano cari questi incidenti.
Le conseguenze durano a lungo. Per lunghi anni.
Gli impatti sulla popolazione locale continuano a persistere per decenni  a Chernobyl,(1986) a 25 anni di distanza, si continuano ad avere nuove vittime.
Uno studio di scienziati pubblicato da Greenpeace, stima che si potranno raggiungere 100 mila vittime.
Parlo di Chernobyl perché il disastro della centrale giapponese è recente, e come dicevo prima, le conseguenze sono a lungo termine. E questi non sono gli unici disastri di centrali nucleari. Ce ne sono stati diversi, meno noti, in Svezia, in Giappone vari, fino a quello più grave e recente.
Qualcuno dice che le centrali di ultima generazione sono sicure.
Cosa c’è di sicuro di fronte ad un’onda anomala o ad un terremoto, che possono recare danni ad una centrale nucleare con le conseguenze che tutti sappiamo.
Per quanto riguarda il nostro Paese, non dimentichiamo, anzi sottolineiamo che il nostro è un territorio a rischio, è un territorio sismico, e per noi è veramente impossibile la costruzione di centrali nucleari.
Ma dovunque non si dovrebbero costruire in nessun luogo della terra, tanto è vero che molti stati hanno deciso di rinunciare al nucleare. In Italia no, perché l’Italia anzicchè guardare avanti guarda indietro, ci invitano ad investire su un’energia ormai superata, pericolosa e antieconomica.
Io vi ho parlato di incidenti, di disastri.
Pur volendo credere che non accadono incidenti, il nucleare è pericoloso sotto ogni punto di vista.
Più vicino a noi, la centrale nucleare del Garigliano, oggi dismessa, ha provocato danni infiniti sulla salute, all’ambiente, sull’economia della piana omonima, basti vedere i risultati delle analisi effettuate nelle quali si rileva la contaminazione di oltre 1.700 kmq di mare, tra Ischia e il Circeo, un aumento esponenziale di tumori, leucemie, e  malformazioni a piante ed animali nel territorio circostante la centrale del Garigliano.
Nella zona del Garigliano dal 1963 ad oggi oltre a veri e propri mostri del regno animale derivati da mutazioni genetiche, pomodori che non sono pomodori, pulcini a tre zampe, capre con 2 cervelli, animali senza zampe….
Un morto su due è legato a malattie tumorali.
Nei soli paesi limitrofi sono nati fino al 1993 (ultimo anno delle rivelazioni) 230 bambini deformi. Nella provincia circostante si ha il più alto tasso di mortalità per leucemie 44,28%. 
Credo sia sufficiente.
E allora perché le vogliono costruire queste centrali?
La risposta è semplice.
Interessi economici, gli stessi interessi economici che hanno riempito le strade di Napoli di monnezza, per farci credere che abbiamo bisogno di discariche, dove affossare, a nostra insaputa, anche rifiuti tossici. Ne sappiamo qualcosa.
E se non hanno saputo o meglio voluto risolvere il problema rifiuti possono mai risolvere il problema scorie nucleari? Dove le vogliamo depositare queste scorie nucleari? Dove le vogliamo nascondere?
E poi vogliamo parlare di vantaggi economici? Nessun vantaggio. Le centrali nucleari costano parecchio, 8, 9 milioni di euro, per smantellarle ne occorrono ancora di più. Pensate che noi sulla bolletta per l’energia elettrica stiamo ancora pagando lo smantellamento delle vecchie centrali.
E poi  una centrale atomica, per funzionare, ha bisogno della sua brava materia prima, l’uranio, noi l’uranio non ce l’abbiamo se non in pochissime quantità, la cui estrazione richiederebbe ulteriori spese e rischi.
Lo dovremmo comprare.
Proprio un bel risparmio.
E se lo dobbiamo comprare certamente tutto il discorso di adottare il nucleare per liberarci dalla dipendenza da paesi stranieri per approvvigionamento di petrolio viene a cadere.
Ossia oggi siamo schiavi del petrolio, domani lo saremo dell’uranio?
E’ tutto illogico, è tutto un interesse economico di chi dovrebbe costruire queste  centrali e occuparsi delle relative scorie e del futuro smantellamento. Potenti società economiche che vogliono continuare ad arricchirsi sulla nostra salute. 
Noi dovremmo sfruttare l’uranio, che non abbiamo, che è così pericoloso, che fa morire e nel migliore dei casi fa ammalare di tumori vari quando abbiamo il sole, il vento l’acqua, e possiamo produrre energia pulita.
Energia sicura.
Investiamo in questo. Scegliamo la salute, scegliamo la vita.
Il 12 e 13 giugno andiamo a votare per dire Si alla vita. Ricordiamoci ai referendum dobbiamo dire si, se vogliamo la vita.
Perchè con i referendum che andremo a votare si tratta di scegliere se vivere e lasciare un mondo vivibile o un mondo dove i nostri figli sono destinati ad ammalarsi e morire.
Scegliamo la vita.

Michela Buonagura

@diritti riservati


lunedì 6 giugno 2011

INQUINAMENTO? NO, GRAZIE!






Il titolo della raccolta non poteva essere più esplicito. Inquinamento? No, grazie! Una posizione netta su tutto ciò che danneggia la natura e, di conseguenza, l’essere umano. Per farci riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e risvegliare le coscienze sul problema, lo scrittore utilizza il racconto  quale veicolo di un messaggio salvifico. La finalità richiama il racconto orale mitico, attraverso cui i nostri avi si tramandavano conoscenze indispensabili per l’esistenza collettiva presente e futura, per metterci in guardia dagli errori commessi dall’umanità.
Particolarmente interessanti si rivelano i miti che riguardano il rapporto tra l’uomo e la conoscenza.
Eva coglie la mela e viene punita. Prometeo viene condannato ad un eterno supplizio per aver rubato il fuoco agli dei. Icaro si brucia le ali perché vuole raggiungere il sole.
Viene punito chi eccede, chi pecca di hybris, di tracotanza.
Questi miti non ci dicono di non conoscere. Ci dicono che le scoperte scientifiche nascondono, spesso, il pericolo. E non possiamo negare che molte scoperte hanno portato gravi danni all’uomo, danni talmente gravi da mettere in pericolo la sua stessa sopravvivenza.
Pensiamo ai danni recati all’ambiente e, di conseguenza, a noi.
Ai rifiuti tossici sversati nelle discariche, alle falde acquifere inquinate. Solo per fare un esempio, perché il discorso è complesso, pensiamo che gli idrocarburi per lungo tempo sono stati riversati in mare dai lavaggi delle raffinerie prima che la legge intervenisse.
Ma ancora oggi vengono scaricati abusivamente dalle navi cisterna che trasportano il greggio, quando lavano i contenitori. Nella Baia di Napoli sono stati rilevati idrocarburi cancerogeni. Gli idrocarburi cancerogeni percorrono tutta la Catena Alimentare sino ad accumularsi nei tessuti dei pesci commestibili rappresentando un grave pericolo per l’uomo. Noi continuiamo a mangiare il pesce che proviene dai nostri mari. Non ci scandalizziamo neanche più di fronte ai disastri ambientali delle maree nere, ci siamo abituati.
Incidenti li chiamano.
Incidenti che stanno decretando la fine di flora e fauna.
Incidenti presto dimenticati.
E poco fa il disastro di Fukushima.
Quello è ancora ben fisso nella nostra mente perché è il nostro passato prossimo.
Ma non avevamo già messo nel dimenticatoio il disastro di Chernobyl?
Anche questi incidenti.
Come ci costano cari questi incidenti.
Le conseguenze durano a lungo. Per lunghi anni.
Gli impatti sulla popolazione locale continuano a persistere per decenni  a Chernobyl,(1986) a 25 anni di distanza, si continuano ad avere nuove vittime. Uno studio di scienziati pubblicato da Greenpeace, stima che si potranno raggiungere 100 mila vittime.
Cito Chernobyl perché il disastro della centrale giapponese è recente, e come dicevo prima, le conseguenze sono a lungo termine. E questi non sono gli unici disastri di centrali nucleari. Ce ne sono stati diversi, meno noti, in Svezia, in Giappone. Vari, fino a quello più grave e recente.
Qualcuno dice che le centrali di ultima generazione sono sicure.
Cosa c’è di sicuro di fronte ad un’onda anomala o ad un terremoto, che possono recare danni ad una centrale nucleare con le conseguenze che tutti sappiamo.
Per quanto riguarda il nostro Paese, non dimentichiamo, anzi sottolineiamo che il nostro è un territorio a rischio, è un territorio sismico, e per noi è veramente impossibile la costruzione di centrali nucleari.
Non se ne dovrebbero costruire in nessun luogo della terra, tanto è vero che molti stati hanno deciso di rinunciare al nucleare. In Italia no, perché l’Italia anziché guardare avanti guarda indietro, ci invitano ad investire su un’energia ormai superata, pericolosa e antieconomica.
Vi ho parlato di incidenti, di disastri. Pur volendo credere che non accadono incidenti, non si può negare che il nucleare è pericoloso sotto ogni punto di vista.
Più vicino a noi, la centrale nucleare del Garigliano, oggi dismessa, ha provocato danni infiniti sulla salute, all’ambiente, sull’economia della piana omonima, basti vedere i risultati delle analisi effettuate nelle quali si rileva la contaminazione di oltre 1.700 kmq di mare, tra Ischia e il Circeo, un aumento esponenziale di tumori, leucemie, e  malformazioni a piante ed animali nel territorio circostante la centrale del Garigliano.
Nella zona del Garigliano dal 1963 ad oggi oltre a veri e propri mostri del regno animale derivati da mutazioni genetiche, pomodori che non sono pomodori, pulcini a tre zampe, capre con 2 cervelli, animali senza zampe….
Un morto su due è legato a malattie tumorali.
Nei soli paesi limitrofi sono nati fino al 1993 (ultimo anno delle rivelazioni) 230 bambini deformi. Nella provincia circostante si ha il più alto tasso di mortalità per leucemie 44,28%. 
Credo sia sufficiente.
E allora perché le vogliono costruire queste centrali?
La risposta è semplice.
Interessi economici, gli stessi interessi economici che hanno riempito le strade di Napoli di monnezza, per farci credere che abbiamo bisogno di discariche, dove affossare, a nostra insaputa, anche rifiuti tossici. Ne sappiamo qualcosa.
E se non hanno saputo o meglio voluto risolvere il problema rifiuti possono mai risolvere il problema scorie nucleari? Dove le vogliamo depositare queste scorie nucleari? Dove le vogliamo nascondere?
E poi vogliamo parlare di vantaggi economici? Nessun vantaggio. Le centrali nucleari costano parecchio, 8, 9 milioni di euro, per smantellarle ne occorrono ancora di più. Pensate che noi sulla bolletta per l’energia elettrica stiamo ancora pagando lo smantellamento delle vecchie centrali.
E poi  una centrale atomica, per funzionare, ha bisogno della sua brava materia prima, l’uranio, noi l’uranio non ce l’abbiamo se non in pochissime quantità, la cui estrazione richiederebbe ulteriori spese e rischi.
Lo dovremmo comprare.
Proprio un bel risparmio.
E se lo dobbiamo comprare certamente tutto il discorso di adottare il nucleare per liberarci dalla dipendenza da paesi stranieri per approvvigionamento di petrolio viene a cadere.
Ossia oggi siamo schiavi del petrolio, domani lo saremo dell’uranio?
E’ tutto illogico, è tutto un interesse economico di chi dovrebbe costruire queste  centrali e occuparsi delle relative scorie e del futuro smantellamento. Potenti società economiche che vogliono continuare ad arricchirsi sulla nostra salute.  
Noi dovremmo sfruttare l’uranio, che non abbiamo, che è così pericoloso, che fa morire e nel migliore dei casi fa ammalare di tumori vari quando abbiamo il sole, il vento l’acqua, e possiamo produrre energia pulita.
Energia sicura.
Investiamo in questo. Scegliamo la salute, scegliamo la vita.
Il 12 e 13 giugno andiamo a votare per dire Si alla vita. Ricordiamoci ai referendum dobbiamo dire si, se vogliamo la vita.
Perchè con i referendum che andremo a votare noi sceglieremo se vivere e lasciare un mondo vivibile o un mondo dove i nostri figli sono destinati ad ammalarsi e morire.
Scegliamo la vita.

Michela Buonagura
6 giugno 2011