Il 24 settembre al Teatro “Vittorio Mezzogiorno” di Cercola, (Na) si è svolta la Cerimonia di premiazione della IV ed. del Premio Nazionale di Poesia, Musica e Fotografia “Cesare Filangieri”, nell’ambito delle Giornate Europee del Patrimonio 2022, per la rassegna Archeofest del 24 e 25 settembre con gli eventi “Vivere il passato con uno sguardo al presente”.
Il Premio del Concorso Cesare Filangieri è promosso dall’Ente ecclesiastico “Immacolata e Sant’Antonio”, ed è patrocinato dal Comune di Cercola e dall’Ente Parco Nazionale del Vesuvio. Il concorso prende il nome dal padre del giurista Gaetano Filangieri ed è molto sentito nell’ambiente culturale della città, orgogliosa della presenza a Cercola delle proprietà dell’illustre famiglia Filangieri, tra le quali spicca il grande palazzo Piscicelli-Filangieri d’Arianiello, dove nacque il noto filosofo illuminato.
Più volte ha esordito: ” Una tale partecipazione così attiva, di una cittadinanza assetata di una crescita socio-culturale importante, non ce l’aspettavamo”. Un pubblico numerosissimo in sala ha gradito tutti gli elaborati premiati, dalle poesie declamate dagli stessi premiati, alla musica e alla fotografia. I vincitori che hanno preso atto delle rilevanti tematiche da trattare, temi delicati e forti, come il cambiamento climatico, la guerra, la violenza di genere, le emozioni, hanno colto l’obiettivo, elemento fondante del Concorso, proprio la promozione, la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio storico- artistico, culturale e religioso per ottenere e salvaguardarne il rispetto e consolidare il senso di appartenenza al territorio. Il Premio conferito ai vincitori delle varie categorie ha visto una massiccia presenza di giovani studenti e autori adulti per le tre sezioni di poesia in lingua italiana e napoletana edita o inedita, per la fotografia e la musica.
I vincitori hanno ricevuto un trofeo e una Gift Card di 50 euro per l’acquisto di libri e articoli musicali, spendibili sul territorio campano e su Amazon.
Per la sezione poesia adulti il primo Premio è andato a Michela Buonagura, che ha ricevuto il trofeo dalle mani dello scrittore Luigi Romolo Carrino che, dopo una breve introduzione della scrittrice e poeta, ha posto delle domande alla stessa, prima che declamasse la sua poesia dal titolo Conto ’e passe, in lingua napoletana.
Lo scrittore ha elogiato la scrittura della poeta sia in versi che in prosa, ricordando le sue pubblicazioni poetiche, in particolare il suo Viaggiamo fuori rotta e la raccolta di monologhi Conto i passi, storie di disamore incentrato proprio sulla violenza di genere. Ha sottolineato l’impegno civile della Buonagura, chiedendo quali, a suo parere, le cause della violenza dilagante contro le donne e come si potrebbe porre fine a questo stato di cose.
La scrittrice ha affermato che il problema è di difficile soluzione, le donne continuano a morire, segno che le leggi non bastano. Occorre un cambiamento culturale, di mentalità, che conduca a pensare che l’amore non è possesso, che la donna ha gli stessi diritti dell’uomo non solo a parole, ma nella considerazione che se ne ha, nei fatti, nel concreto. Un cambiamento possibile solo educando a tal fine le nuove generazioni, su di loro bisogna agire per avere dei risultati. A questo impegno siamo chiamati tutti.
La lettura della poesia ha lasciato il fiato sospeso nel pubblico per le parole forti che hanno scosso gli animi. Uno scroscio di applausi è stato immediato a conclusione della recitazione sentita e passionale dell’autrice, con la quale tutti si sono complimentati. L’assessore alla cultura Antonella Ferrara ha avuto parole di elogio significative, sottolineando l’assenza di retorica nel trattare un argomento su cui spesso si scade proprio nella retorica.
La scrittrice nel presentare la sua poesia ha invitato il pubblico a non dimenticare le tante donne uccise che spariscono in un numero che ne segna la morte. Contarle significa far contare quelle donne che nella loro vita non hanno contato, è un esercizio contro il silenzio, un esercizio alla memoria.
Conto i passi ricorda i passi interrotti delle donne violate nel corpo e nell’anima, ma quei passi sono anche i passi per prendere la distanza da chi finge amore ma in effetti nasconde il disamore. Peppino Impastato diceva “da chi ci è nemico”, riferendosi alla mafia. Il paragone non è assurdo. Il numero delle vittime è paragonabile ai morti ammazzati dalla mafia, dalla malavita, perché comprende anche la famiglia dell’uccisa, gli amici e tutti quelli che le hanno amate.
Contare aiuta a pensare che bisogna denunciare di più: barbarie, ignoranza, inciviltà. Altrimenti le donne continueranno a “non contare”.