In questa sottile piega
guizzante
-qui- nell’angolo ozioso della bocca
un mio sorriso innocente riposa.
Cerco la traccia in questo muto specchio e
l’onda vischiosa dei ricordi i n c r e s p a
in gorgo grigio di ossessivi cerchi.
Addentano gli occhi la trama del vetro
-a sfaldare-
il geometrico punto
che si frantumi in cre — pa
- finestra azzurra-
dove afferrare
la reliquia infantile
di una deposta felicità.
Ho lasciato - distratta -
che le cose accadessero
scivolando
in anfratti
dimenticati
e anche tu - innocenza -
sei colata
a
p
i
c
c
o
seppellita dal peso della vita.
Ausculto il gemito di un barbaglio
che CHIASSA ai miei ricordi
e ti chiamo -sorda Euridice-
uccisa dal tempo Cerbero
che non lascia neanche bruscolini.
Ritorna a me dal tuo ostinato riposo.
Michela Buonagura
@diritti riservati