La
musica del jukebox andava. Fabri aveva inserito 50 lire ed era partita Una donna per amico di
Battisti. Poi mi si era seduto accanto, come distratto, continuando a bere la
sua coca. Le note risuonavano dolci e le parole mi entravano nella pelle, ogni
tanto mi guardava e mi sorrideva, io ricambiavo, fingendomi anch’io distratta,
fingendomi presa dal gioco della palla dei bambini nel cortile di fronte.
Fingendo. Perché fingevamo Fabri? Eravamo amici, amici dalle medie, la scuola
insieme, le gite, la discoteca, la pizza con la banda. Quanti eravamo Fabri?
Una ventina, credo. Eravamo giovani e alcuni erano belli. Erano belli col
sorriso sul viso abbronzato. Tu no, sempre col muso da cane arrabbiato, sempre a
un passo da me. Se ripenso al tempo passato, ti rivedo sempre al mio fianco e
io al tuo. Fianco a fianco, pure nelle foto. Amici. Una donna per amico. Mi hai
regalato anche il disco, si è graffiato, consumato. Amici. E allora perché ti
arrabbiavi se qualcuno mi guardava come stai facendo tu ora?
Squilla
il cell…Tiamodolcedebolecompagna…
-
Sono con un amico, un caffè e torno –
Un
amico, una donna per amico, hai detto bene Fabri, ma la verità sai qual è? Il
Tiamodolcedebolecompagna della tua suoneria.
Eravamo
giovani, eravamo belli, anche noi, anch’io Fabri, ma non me lo hai mai detto.
Michela
Buonagura
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